Controfestival Controluminoso

Nella Riviera dei Fiori è tutto pronto: domani inizia la grande kermesse sanremese.
Al di là dei cantanti ufficialmente in gara, scopriamo il lato B della manifestazione. Non ci riferiamo naturalmente al Dopofestival condotto dai nostri amici Storie Tese con Elio e Lucilla Agosti (FOTO), bensì al vero e proprio Controfestival, dove i Lasagnoni daranno fiato alle ugole per cantare alcune loro hit di sicuro successo.
Di seguito trovate la lista dei 10 brani in gara, con relativi autori e interpreti, e una breve intro di Mario Luzzatto Fegiz:
- di Cacciatori-Zini-Bertacchini, Claudio Bertacchini canta “Io non ci sto più dentro”: la storia di un ragazzo di oggi che si ribella alle costrizioni e alle convenzioni di una società ipocrita, calandosi in una dimensione onirica tutta sua… quando questa si dissolve, il ragazzo si ritrova in una villa di campagna assieme ad alcuni amici, pronto a cambiare vita, o forse no…. Atmosfere cupe e lisergiche, con finale a sorpresa.
- di Pivanti-Italiani-Zoni-Poggioli, Fabio Pivanti detto Pino canta “Il maglione addosso”: ovvero elogio dell’essere nati non tanto con la camicia, quanto letteralmente con un vello d’oro pilifero: segno di sicurezza e pacioccosità. Ritmo compassato, suoni eterei e morbidissimi, per un brano destinato a diventare di culto.
- di Barbieri & Barbieri, Paolino Barbieri detto KOL canta “Monarchia Lasagnona”: se il referendum postbellico che decretò l’avvento della Repubblica fosse ripetuto oggi, le cose andrebbero diversamente: un po’ per l’italica propensione alla sudditanza, un po’ perché il Monarca in questione sarebbe (contro)illuminato come pochi… questo ci racconta il brano, dall’andamento sinuoso e ammiccante, proprio come il suo interprete dall’erre moscia. Per appassionati del genere.
- di Castellini-Giglioli-Castellini, Cesare Castellini detto Cecce canta: “Andava a 100 all’ora Gianni Morandi; io non ci penso nemmeno”: la vita moderna ci logora, non basta certo un aperitivo al carciofo per abbassarne i ritmi e smorzarne i toni. La soluzione proposta da questo brano sconfina nello Zen e nel Tantra, sulla scia di sonorità orientaleggianti e melliflue. Da meditazione.
- di Benatti-Prandini-Del Lago-Henger-Caponegro, Luigi Prandini detto il Presidente Veterinario canta “La grande ammucchiata”: nessun riferimento a governissimi o larghe intese post-elettorali, malgrado il brano mantenga una valenza “politica” assai marcata. La grande ammucchiata in questione non è altro che la notte indiana di Hegel , dove tutte le vacche sono nere; dove non importa dove si colpisce, basta colpire… componimento bi-partisan, anzi addirittura ecumenico, che invita tutti a stare vicini-vicini; pazienza se ci scappa qualche svilmata, che anzi è ben accetta. Ritmo sincopato, coriste credibili che ansimano, testo levigato ed essenziale: è un inno alla forza della vita (remember Vallesi?) declinato però in salsa libertina. Senza scadere nella turpitudine.
- di Zaccarelli-Ferraresi-Goldoni-Mantovani, Marinella Zaccarelli canta “Notturno SanFeliciano”: cosa accadrà mai al calar delle tenebre all’ombra della Rocca, nella cittadina della Bassa Modenese? Marinella ce lo racconta nei dettagli, col timbro coinvolgente che le è proprio: i tennisti escono dalle fabbriche e dagli uffici, prendono in mano le loro racchette e convergono verso il campo da gioco. Ma una sera accade l’imprevisto: arriva da Marte un tizio che fa Lopez di cognome, e accade il finimondo…
- di Molinari-Bonfatti-Cirelli, Cesare Molinari canta “Per una piccola paglia in più”. Si parte dagli artigiani impagliatori che realizzano ceste di vimini, per finire inevitabilmente al tabagismo imperante di oggi, sempre più spesso abbinato alla pausa caffè. La concatenazione degli eventi procede senza soluzione di continuità; ma c’è un modo sicuro per uscire dal circolo vizioso… brano elegiaco, sulfureo, ben arrangiato e interpretato.
- di Giacometti-Monesi-Giacometti, Mauro Giacometti canta “Cento per cento”: inno all’energia, al dinamismo, in definitiva alla doga, forte di una base ritmica che supera tra l’altro le 100 battute al minuto. Il senso dell’appartenenza alla terra (Mantova, nella fattispecie) è un altro dei temi proposti da questo brano colmo di risonanze punk e metal, audace come non se ne sentivano da tempo.
- di Braghiroli-Barbieri-Solera, Stefano Braghiroli detto Cotenno canta “Ascia di guerra”: motivo romantico e profondamente intimista, che prende spunto dalle vicende di una tribù di nativi americani per raccontare il tema universale dell’amore non ai tempi del colera, ma di una guerra tribale che si combatte anche con armi improprie, benché del tutto corporee. Di assoluto valore l’arpeggio finale del maestro Fratti.
- di Grasso-Zucchi-Lugli, Alessandro Grasso detto OlowoSandro o GQ canta “Gancio imperfetto”. Trattasi di ballata generazionale: novità o mero swing di maniera? Non ci sbilanciamo. Quando Baglioni in “Strada facendo” parlava di gancio in mezzo al cielo, forse non immaginava il gesto tecnico di OlowoSandro; ma proprio questo atto antidarwiniano trova esaltazione in un brano che è un tripudio di trombe, archi e fiati. L’interprete colpisce per la compattezza della voce e della postura, e per aver disseminato il testo di freddure sconcertanti.

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commenti

5 commenti

  1. tony dallara scrive:

    spero che vinca Cotenno con Ascia di guerra

  2. c.malgioglio scrive:

    ..sono daccordo, magari indossando una bella camicia 100% poliestere!

  3. tony renis scrive:

    dimmi quando vincerai, Cotenno, dimmi quando quando quando…

  4. peppe vessicchio scrive:

    io voto per Gancio Imperfetto

  5. Vince Tempera scrive:

    Vedo Cotenno favoritissimo anche se Grasso potrebbe fare il colpaccio. Starei attento anche alla straordinaria ampiezza timbrica di Zaccarelli che potrebbe valorizzare un pezzo sulla carta inferiore, dal punto di vista del testo, ai due sopracitati.

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